sabato 10 novembre 2012

oh maré de maré

Mi sono svegliato presto la mattina del mio 31 compleanno, é un giorno diverso da tutti gli altri non tanto e non solo per lo scandire degli anni che passano, ma per il bagaglio e i gradini che su questo si costruiscono ....ogni anno che che completa un ciclo, che porta con se l´intensitá degli eventi. Anni importanti quelli che mi lascio alle spalle base solida per quelli futuri. Ho da poco iniziato una giornata di lavoro, in quella che da sempre é la mia casa il mio rifugio e le mie ali..... il mare..... vado alla scoperta ormai da 10 giorni delle comunitá di pescatori di un brasile diverso...quello che ho sempre voluto conoscere e poi raccontare....un brasile disegnato sui solchi dei volti della gente umile...che lotta davvero per conquistare il giorno....la gente le chiama rughe ma in brasile ogni ruga é una storia....storie di pescatori che sfidano le maree che rispettano o sfidano i venti protetti dall´orixá del mare signore di tutti mari, Yemanjá...giá perché la storia degli uomini qui ancora é legata ai capricci degli dei....a cui si rende omaggio nos "terreiros"....ma questa é un altra storia...abbiamo affittato una barca per raggiunger due comunitá costruite su due isole...di Maré e di Bom Jesus dos Passos. Comunitá di pescatori, una vita per il mare per quell´oro che oggi gli vogliono portare via per un altro, quello nero, che muove le cittá, che porta via anche l´anima. Bino il nostro marinaio ci porta alla scoperta della prima isola...Ilha de Maré...c´é un ponteggio "cais" in cui arrivano le barche da Salvador, ma i pescatori usano lo spiaggia....nella "piazza" del paese persone riunite attorno a un recinto, scommettono sui galli da combattimento....la fogna che scarica sul mare e pescatori che riparano le barche, altri che tornano dal mare...altri che ne prendono la rotta...qualche intervista e poi di nuovo in direzione dell´ isoloa di Bom Jesus dos Passos....
Era da tempo che non passavo il mio compleanno sul mare o forse non l´ho mai passato....un altro grande regalo di questo Brasile enorme....difficile da interpretare...il paesaggio a stribordo é di quelli mozzafiato a babordo é da restare basiti dalla velocitá del progresso in nome del petrolio...raffinerie e container...
Arrivando sull´isola nuvole ordinate su un cielo azzurro in cui non si distingue bene il confine con il mare...una chiesetta stile corona protoghese le classiche due torri...un piccolo porticciolo e delle barche per il trasporto di persone e mercanzie.
Terminato il nostro lavoro riprendiamo la volta per il mare dove scrutando l´orizzonte vedo anche una tartaruga immergersi nel mare un pó mosso...yemanjá mi regala un abbraccio con un onda..... niente di meglio per benedire questo giorno intenso....ritorno in albergo accendo il computer e mi rendo conto di quante persone mi vogliono bene nonosotante siano auguri attraverso una rete sociale  la maggior parte sono auguri sentiti e importanti....vado a letto stanco e felice consapevole di non sentirmi solo anche quando son lontano...

Salvador de Bahia 9 novembre 2012

domenica 2 settembre 2012

memorie di un carnevale

Il carro come la vita e le pagine di questo viaggio, non possono fermarsi....riparto da qui....febbraio 2012
è il carnevale quello vero fatto di abiti e costumi, in cui non sai ciò che è reale e quel che no. La vita esce dai palazzi e scende giù dal "morro" per entrare in scena nelle strade e nelle piazze in un vortice infinito di fischietti e di ballate...e tutto il resto va da se. I blocchi di strada sono diversi da quelli dell'avenida del samba , la Sapucai  "o passeio do samba", dove si sfidano la scuole...Mangueira, Beija-flor, Portela, Vila Isabel e Salgueiro per portarsi a casa l'onore dei migliori...percorrendo con i carri maestuosi quei 700 m infiniti. 
Per tutta la città invece  si alternano i blocchi, un camion e attorno migliaia di persone che accompagnano la batteria dei tamburi rototom e timbales , un fischio e la musica che inizia con il rullare dei tamburi in crescendo, ipnotico eccitante...e lo aspetti da un momento all'altro il re dei tamburi, passano le battute e non arriva....e sale la voglia di farti trasportare da quel suono rapitore ed ancestrale l'eccitazione è tanta la voglia cresce sempre più....un grido un fischio...il tempo si ferma un secondo, la pausa dei tamburi a marcarne il passo arriva il surdo  quello che marca il ritmo del basso che poi è il cuore...e li è festa...fiumi di birra e amore libero e quei piedi, oh si quei piedi che si muovono a tempo di samba!!!!

mercoledì 1 febbraio 2012

appunti di un viaggio alla fine del mondo.......

Questo non è stato il racconto di gesta eroiche, ma solo riflessioni e storie di un viaggio fino alla fine del mondo. Ho percorso mitiche strade la ruta 3 e la 40, dall'Atlantico sud alla cordillera delle Ande, dal caldo del Nord alla terra del fuoco, che poi è fredda, km e km di strada divorati in giornate lunghe e notti infinite. Confini superati, tanti, quelli che separano due paesi argentina e chile, quelli che colmano distanze tra persone che non si sono mai viste prima, ma che si regalano gli anni passati con racconti astratti, quelli che separano un uomo dal scoprire se stesso. Ho percorso le terre di Darwin e navigato i mari del Beagle. Ho conosciuto persone di almeno 10 paesi diversi: Israele, Argentina, Brasile, Italia, Spagna, Belgio, Australia, Giappone, Messico, Chile, Portogallo e Germania. Ho viaggiato in autobus, aereo, nave e ho fatto l'autostop per sfidare il destino. Ho camminato dal mare fino ai ghiacciai perenni, lassù in cima quasi a volerlo toccare quel cielo infinito sopra di me.
Ho imparato che sono felice quando apro le braccia e il vento mi accarezza  la pelle, che una canzone può cambiare le cose, che il tempo si può non contare. Ho imparato che nella vita l'importante è essere felici il resto è soltanto contorno, ho imparato che le cose sono soltanto cose, che chi ha troppe certezze risulta noioso che incontrare qualcuno davvero felice è un bel risultato. Ho imparato che uno nella vita deve fare ciò che si sente nel cuore, che gli occhi sono una gran bella storia, tanto se li guardi riflessi o attraverso il vetro di un pub e che sono ancora più belli quando incrociano i tuoi. Ho scoperto che il pianeta dei sentimenti è un mondo infinito, che sono tante le storie che ci si può raccontare in poco più di due ore, cheil punto d'arrivo può non avere importanza ma avere dei sogni e una meta può portarti davvero lontano. Parafrasando qualcuno che quest'america l'ha conosciuta prima è meglio di me: Io non sono più io o almeno non si tratta più del mio stesso io interiore. La fiera di Sant'Elmo chiude i battenti, nella piazza suona un tango lontano. Buenos Aires 29.01.2012

il peso del mondo

Ushuaia 54°48'0'' di latitudine sud, quando arrivi lo senti subito il peso del mondo che sta sopra di te, è la cittàa più a sud del pianeta, per arrivarci sembra davvero un eternità, non a caso lo chiamano el culo del mundo. La città in se e per se ha solo questo fascino, perchè se si trovasse in altre latitudini di speciale avrebbe ben poco. Abbiamo trovato  un ostello non troppo caro e molto accogliente, Amanecer de la Bahia, 4 cani e una coppia a gestirlo. Lei molto carina, dolce sui 50 e più, lui.....peccato decisamente stronzo, non che razzista e frustrato. Non perde occasione di dare ordini e proibizioni, la cosa non ci fa saltare di gioia, ma son solo pochi giorni e vabbene così, ma a tratti è insopportabile. Ania soffre questi comportamenti. Sto conoscendo un pò più su di lei. Lavorava per una grossa multinazionale con sede in Indonesia, per quello che ho capito brava in quello che fa, diciamo che costruisce imprese da zero su indicazione della linea di investimento dei suoi dirigenti,  il suo capo la riprenderebbe pure domani. Aveva raggiunto nel 2009  l'obbiettivo di un anno già nel gennaio dello stesso, il suo capo come premio le ha dato 4 mesi di ferie, ma non le bastavano e così al suo rientro a regalato tutto e via 2 anni in giro come ho raccontato. La cosa che più mi ha impressionato è che sembra non avere obbiettivi da raggiungere, è completamente fuori da quelli che sono gli schemi sociali, casa, famiglia lavoro futuro  stabilità, nel suo lavoro ha fatto tutto, sta cercando qualcos'altro, che la metta in discussione, forse che le faccia perdere certezze, una nuova sfida insomma. Ho scoperto cosa non riuscivo a capire, è sorprendentemente uguale a me, caratterialmente intendo, era questo che non decifravo in lei! Per questo è solo un condividere esperienze.
In questi giorni abbiamo attraversato il canale di Beagle, e capito cosa vuol dire quando ci dicevano che il tempo in patagonia cambia all'improvviso, mattina di sole fino al momento dell'imbarco poi è arrivata l'apocalisse, regia di Francis Ford Coppola! Vento forte, pioggia e freddo, io Ania e altre 5 persone temerarie sul ponte a sfidare le madonne, e sotto un vero e proprio inferno, per le persone che pensavano in una crociera tranquilla sui caraibi e che invece si sono trovate a vomitare pure lo stomaco, trasformando il love boat immaginato in un disastro. Sorridi ti stanno filmando! Già perchè in queste escursioni organizzate offrono questi servizi ridicoli di filmaggio e fotografie di cattivo gusto, della spontaneità di Sandra Milo. A terra ci hanno pure dato il certificato di buon navigante, navigara!
Il giorno successivo abbiamo fatto autostop fino al parco della terra del fuoco e camminato tra il bosco e la costa e ritorno.
Arriva il momento dei saluti, un giorno ancora e poi di nuovo ognuno per la sua strada, decidiamo di salutarci nel modo migliore trekking di 4 ore lassù fino al Glacial Martial uno degli attrattivi della città. E' stata un ennesima meraviglia ed il tempo è volato tra sentieri di montagna, alcuni certi altri un pò meno ma che ti fanno ricordare il bello di sentirsi un pò persi ogni tanto. Siamo tornati all'ostello, cena, last trekking, last dinner! Notte tranquilla a parte le due balene che russavano nella nostra stanza che sembrava stessimo facendo un escursione. Il giorno dopo sveglia presto, di nuovo tutto dentro lo zaino una doccia,  un saluto speciale, un abbraccio ad  Ania e via dentro il taxi direzione aereoporto. L'ultima notte a Buenos Aires, almeno era quello che credevo, se non fosse che l'indomani ancora un volo cancellato, questa volta senza rimedio e allora la mia ultima notte a buenos aires l'ho passata in compagnia dei miei compagni di disavventura o meglio di avventura, in un albergo pagato dalla compagnia aerea! Diciamo che mi hanno fatto un bel regalo, per intenderci la stanza valeva quanto tutto quello che ho speso per dormire durante tutto il viaggio!!!!!!!! Notte in albergo cena e levataccia direzione aeroporto questa volta il volo è in orario, 8e20 del mattino destino Montevideo e connessioni, la mia mi riporterà a casa, Belo Horizonte, 5 ore e errotti minuti più tardi. I'm come back to Brazil! 



lunedì 30 gennaio 2012

....follow the sun last part

Passando tra boschi di alberi, che sembravano creare una passerella solo per noi, ci siamo scambiati lezioni di inglese e spagnolo, cantando e  ridendo, tra qualche wow e qualche quasi caduta di Ania. Già perchè per quanto sia sicura di se stessa, ha questo lato un pò imbranato, "torpe" en español. E`una donna e una bambina allo stesso tempo, mi piace questa sua bipolarità che a tratti può essere veramente scambiata per psicopatia. Dopo 4 ore di cammino ci siamo presi il nostro premio, el mirador Britanico, passando per quello Francese. Su in cima abbiamo anche trovato i nostri vicini di tenda, Conan il barbaro e la sua ragazza, due svedesi, lui con i capelli tipo Alcogan e lei un incrocio tra Bjork e Topo Gigio, e poi Hansel, Hans per gli amici, Belga come Ania, che si era perso Gretel per il cammino, mancava solo Pollicino e si faceva festa....... peccato si era perso!
Il paesaggio rendeva giustizia alle nostre fatiche. Un mezzo circolo di montagne (la più alta 3200 metri) che nella parte aperta, regalava la fotografia dell'intera valle e dei Km che c`eravamo conquistati passo dopo passo, il lago il ghiacciaio, il torrente, gli alberi, tutti racchiusi in un solo scatto, un secondo in apnea, click, il cuore si apre e quel mometo te lo porti dentro per sempre. Dovevamo ancora scoprire però qualcosa di ancora più prezioso, così almeno si sussurrava tra i sentieri del parco.

Abbiamno riavvolto la bobina e siamo tornati al'accampamento da cui eravamo partiti, lo chiamano accampamento Torres. e di nuovo gli stessi sentieri a cui la luce però da una forma diversa e sembrano mai stati percorsi. Abbiamo cenato, ho bevuto un bicchiere di vino e poi a nanna, stavolta colcazzochemifregailfreddo!!!
Notte tranquilla, svaglia presto, bivacco smontato e riavvolto nello zaino "Backpack" taaaaac e via alla ricerca di quel segreto. E' ormai nella bocca di tutti i backpackers. Sette ore di cammino, con viste da applauso. Fiumi in piena, precipizi, piccole sorgenti, vallate e sentieri ripidi, l'ultimo, il più faticoso, ci porta ad un accampamento senza doccia o rifugio, solo acqua del fiume, piazzole appena marcate e una piccola capanna dove poter cucinare a riparo dal vento. Si trova a 45 minuti di cammino dal punto in cui tutti dicono di aver visto una specie di valle, in cui giganti di pietra prendono vita e la foresta può essere gentile o insidiosa, in cui dicono di aver visto occhi illuminarsi nella notte e in cui il suono del vento si fonde con le voci dei nativi che si dice difendano le terre e con esse la vita stessa.
Il tempo cambia al'improvviso, il cielo si annuvola e l'aria si fa frizzante. Una zuppa calda una pasta al pomodoro è quello che ci vuole. Io cucino Ania lava. Già perchè Ania ha cucinato una sola volta nela vita e a detta sua faceva pure schifo, la qual cosa non mi viene difficile da credere. A riprova del su non saper cucinare Ania a casa sua non se l'è proprio fatta costruire la cucina, quel che si dice "hay gente pa todos".
Le nostre lezioni di lingua continuano e Ania fa progressi, ha imparato a mandare a quel paese in 4 modi diversi e anche la frase: "das mas vuelta que un manco en una canoa", riferendosi alle persone che fanno molti giri  per arrivare in un posto o dire le cose, proprio come un monco di braccio in una canoa. La sua pronuncia vikinga trasforma il tutto in qualcosa di esilarante, e lei che ha imparato anche quando madare a quel paese mi dice: " Vete a tomar por culo Simon!
La notte è stata più gentile del finir dela sera, ma corta.....perchè per svelare  i segreti bisogna fare in punta di piedi....scccccccc.....così, sveglia prima dell' alba alla ricerca della valle nascosta ai piedi del monte più alto. Con noi altre luci nella notte. Ci addentriamo  nel ripido sentiero dove la foresta sembra viva davvero, si sentono passi  sussurri e luci che disegnano nel buio i movimenti di atri,  che come noi sono alla ricerca di questo segreto.
Sembra che ogni notte ci sia una lotta tra gli spiriti della foresta, perchè quando le prime luci dell'alba svelano i contorni delle cose, la foresta sembra riprendere fiato. Pochi metri, dicono che questo sia il posto, ma qul che si vede sono rocce e i tre picchi inanimati che danno il nome al parco "las torres del Paine", un ultimo sforzo, quasi in cima, quello di cui avevano parlato sembrava essere soltanto una leggenda e il nostro fosse stato una vana ricerca ma.......all'improvviso d'incanto come per magia qualcosa prende vita, il miracolo si ripete ancora, quelle masse di granito, immense, i guardiani del Paine, si colorano di un arancio intenso svelando una sorgente  di acqua pura e gelata.
Il segreto era svelato, l'alba ci sorprese come un incontro inaspettato, restituendoci fiducia, dandoci la senzazione  che, qualsiasi cosa  succedesse, ci fosse qualcosa a proteggere i nostri destini. Quei giganti che si riflettono nello specchio d'acqua, la battaglia vinta dal bosco ancora una volta e i giganti a proteggere la vita. Abbiamo bevuto acqua dalla sorgente, rinquorati con gli occhi a brillare davanti a tata meraviglia abbiamo ripreso il cammino verso valle e verso sud, seguendo il sole ala fine del mondo.

domenica 29 gennaio 2012

follow the sun second part

Ne avevo sempre sentito parlare, ma le parole come spesso accade non restituiscono alle cose la loro essenza reale. Ripenso, seduto in una pietra  al bordo di uno di quei laghi di montagna nascosti, alla sensazione provata qualche giorno prima, davanti  a un vero e propruio diamante di ghiaccio. Candido dalle sfumature turchese che se fossero occhi di donna te ne potresti innamorare, é di un bianco che senza occhuiali da sole é difficile guardare per piú di qualche secondo. Le quasi cinque ore di camminata   per raggiungere l'accampamento dove avremmo passato la notte, e i paesaggi   attorno a me, ne avevano appannato il ricordo. Ma le immagini  evocano ricordi che diventano presenti. Seduto su quella pietra, si staglia imponente davanti ai miei occhi    uno dei picchi del parco delle torri. E´vestito di bianco, di ció che resta dell'inverno, rigido da queste parti. Quel bianco mi riporta  ai piú di trenta chilometri di estensione del ghiacciaio Perito Moreno. Deve il suo nome  al perito, non perché sia morto ma perché fa perizie, il chui cognome era Moreno. Colui che queste terre le ha scoperte diciamo. In sostanza un ghiacciao é una massa di ghiaccio perenne, tipica dei periodi interglaciali. Invece di sciogliersi, si rinnova continuamente per  apporti di neve continentale fresca che si unisce      al ghiaccio e  ai sedimenti preesistenti. Se la quantitá apportata é maggiore di quella che si scioglie il gigante avanza. Non si nota ad occhio nudo quando avanza. Lo spettacolo é peró quando si scioglie!
Enormi blocchi di ghiaccio, si staccanoi dalla parete principale tanto per il peso   del blocco quanto per l'azione del sole. Lo spettacolo é di quelli che non ti aspetti, il primo scricchiolio, ti fa stare con il fiato sospeso, poi si piega, che sembra che sia tu      a vederne il vuoto, e allora  ancora senza respiro cade, fall down, un secondo in aria  e giú nell'acqua. Il tempo di un frame, e poi quei cerchi infiniti che diventano onde che si trasformano in boato qualche secondo piú tardi. Giá perché il suono c'ha questo vizio, quello di arrivare qualche istante dopo ad avvisarti che il tuo cuore ha perso un colpo.
IL  vento sulle rive del lago soffiava  forte, forte e freddo! Una doccia bollente  e preparare la cena sarebbero stati i passi successivi.
La stancehzza rubava  a poco a poco le ultime ore del giorno, il peso  dello zaino e dei chilometri, si iniziava a far sentire. Ania é una buona compagna di viaggio. C'é qualcosa in lei di indecifrabile, é una donna sicura e felice, forse é questa la novitá, un apersona felice ch sta vivendo la vita che vuole.
Sono le 23:00 e ancora si riescono a distinguere contorni e persone. La notte si prospettava tranquoilla e il sonno profondo. Good night Ania, sleep sweet Simon :-).
A metá di quella che doveva essere una notte tranquilla, ho pensato di morire!!!!!
La temperatura si era abbassata di diversi gradi, avevamo le ossa congelate, qualsiasi cosa facessi non riuscivo a scaldarmi.....madadovearrivaquestocazzodifreddoporcaputtana!
Pur muovendomi non riuscivo a scaldarmi, il mio corpo non sapeva se pisciarsi o cagarsi addosso o tutt'e due: I'm fucking freezing. Yeeeeees my ass to, Ania said. Mi sono messo addosso qualsiasi cosa avessi nello zaino, Michelin in confronto era anoressico! Morale della favola 2 strati nelle gambe e 6 nella parte superiore, guanti inclusi, mi hanno credo salvato la vita h o dormito come un bambinbo! It's ok Simon? yes now yes, you? me to! Good night Ania, Good night Simon. La mattina seguente la freddissima notte era solo un ricordo. Volevo continuare a dormire, ma non riuscivo ad ingannare la mia vescica. Cos'i mi sono armato di coraggio e ho affrontato quel freddo. I passi che separavano la tenda dal primo albero, erano infiniti! La sensazione nelal mia testa era la stessa che gli scalatori provano   nel scalare i ghiacciai. Arrivato al primo albero, mi sono reso conto che potevo misurare il freddo in centimetri e non in gradi, comunque missione compiuta!
Il sole   piano piano, saliva a scaldare le ossa, colazione, scarpe ai piedi alla conquista della Valle Francese, parte scampata all'incendio dei primi di dicembre. Nove ore di camminata di media difficoltá tra andata e ritorno, alla conquista del mirador piú alto " el mirador Britanico". Si trova nerlla parte piú a ovest di quella che chiamano la doppia V (w), diventata U dopo l'incendio, il sentiero costeggiava dapprima il lago, poi la cascata e infine il ghiacciaio che osservavo dalle pietra sul lago il giorno prima.....

giovedì 26 gennaio 2012

follow the sun...first part

Il vetro del finestrino dell'autobus era appannato per il contrasto  tra il respirare costante  delle persone e il fresco delle prime ore del mattino. La ragazza accanto a me ne pulisce una piccola parte per scorgere meglio l'orizzonte o forse il suo destino, questo nessuno lo sa. Le cose non sono mai  state così chiare, pensa.... E`da due anni che viaggia. Ania è Belga, ma questo poco importa, ciò che importa è che la sua casa ora è uno zaino. Ha venduto tutto prima di partire per andarsene in giro a conoscere quel che resta del mondo e forse un pò più su se stessa. Ha solo biglietti  di andata, è stato così fin dall'inizio da quando ha lasciato l'Indonesia, paese in cui ha vissuto e lavorato per otto anni e in cui forse tornerà. E via zaino in spalla, Asia, Africa, Cina e America del Sud, dall'equatore in giù,  sospesa tra orizzonti ed addii......Lei non ha lasicato che il tempo e le scuse si mangiassero quei desideri senza un senso apparente.
Tibet, Birmania, monasteri isolati e monaciospitali, Africa, safari ed animali esotici e via Colombia Bolivia Perù Argentina e Chile.
L'ho conosciuta nell'autobus che attraversa la frontiera tra questi ultimi due paesi, ancora una volta per quel strano gioco del destino a cui una grossa mano poi in fondo gliela dai, scegliendo una piuttosto che un altra direzione. E allora ho scelto il posto accanto  a lei, la prima fila di sedili del piano superiore  di quegli autobus che percorrono grandi distanze.
Abbiamo iniziato a parlare, sto avendo conferme positive sulla mia capacità di esprimermi in inglese, e allora quelle 5 ore che si prospettavano inteminabili  si si sono rivelate corte, abbiamo sorpassato la frontiera, anche quella che separa due sconosciuti in persone che  sapevano  che   il giorno in cui si sarebbero consociute sarebbe arrivato. E allora abbiamo deciso di continuare questa parte del viaggio insieme , stesso ostello , stesso programma:  Perdersi nel parco delle Torri  del Paine con una tenda affittata per pochi soldi per scoprire qualcosa che viene svelato solo ai più temerari un altra di quelle cose preziose e delicate.......Chile 20 gennaio 2012

mercoledì 18 gennaio 2012

le cose nascoste

Mi sono perso in boschi interminabili per spazio e tempo "Los Alceres", è così che i Mapuche, uno dei popoli indigeni di queste terre,chimano gli alberi secolari, il più vecchio ha ha 2600 anni. Gli fanno da contorno laghi azzurri e sentieri, che si perdono tra il turchese e le montagne, vestite con piante ad alto fusto e arbusti,secondo gli indigeni,dai poteri curativi. Adoro camminare per i boschi. Qui la natura fa il suo corso, alberi spezzati che si intrecciano con quelli ancora dritti e saldi, rami degradati dall'azione dei batteri del suolo , restituendo così alla terra ciò che precedentemente  le era stato preso in prestito. Ê il ritmo con cui tutto questao accade che sorprende....pausato...costante...infinito.
E allora mi trovo a camminare lungo un sentiero segnalato con dei cerchi gialli o due strisce di colore azzurro e bianco disposte orizzontalmente, in sostanze moderne molliche di pane. È ripido il sentiero, difficoltà media diceva il cartello, sarà che qui è tutto più grande ma a me sembra che anche i valori medi siano sfasati!! IL primo tratto è una pendenza clamorosa, la salita risulta essere abbastanza dura. Ciò che la natura toglie la natura da. Gli alberi nascondono e svelano paesaggi che via via che conquisto i chilometri si fanno sempre più intensi e affascinati, di quelli che il fiato te lo fanno perdere, cambiando qualcosa nella tua percezione delle cose importanti. Il sentiero si fa più dolce  e percorro ponti rustici, scansando rami e foglie nel cammino. Sono alla ricrca di qualcosa di prezioso dicono, lo chiamano il lago nascosto "laguna escondida"
Son cose in reltà che cerchiamo spesso, le cose preziose intendo. Alcune le troviamo e sono facile altre un pò meno, ma si lasciano comunque svelare. Di alcune neppure ce ne accorgiamo, altre riusciamo pure a trovarle, ma non siamo capaci di tenercele strette o chissà non siamo sufficientemente pazienti da aspettare per vederen il lato magico e straordinario che le rende preziose. Hanno bisogno di cure le cose preziose,  sono fragili ne leggere  come le foglie in autunno.
Se si posassero planando su una mano, un soffio di vento le potrebbe portare via, e allora l'istinto è quello di stringerla forte perchè non scappi via, correndo il rischio che svanisca...è quando la stringi che si spezza! E allora ti accorgi che la cosa migliore è contemplarla in quegli istanti prima che il vento se la porti via. Istanti che durano istanti, mesi, anni o una vita intera. Sono foglie sono sguardi, lacrime e sorrisi...le cose preziose intendo. E allora cammino ancora tra ñe fronde di questo bosco immenso, all'ennesimo ramo scansato, si staglia davanti a me un piccolo lago. Ciò che la natura toglie, dicevo, la natura dà. La parola adatta sarebbe w-o-w, e il suono   sarebbe quello dl silenzio, quello che spiega più di mille parole. L'immagine: un uomo solo immerso nel lago a contemplarne la natura circostanze e il suono quello del respiro corto quello tipico delle forti emozioni. Fresco soddisfatto riprendo il cammino , mi aspettano 24 ore di viaggio mi aspettano altre cose preziose diamanti di ghiaccio. see you soon

domenica 15 gennaio 2012

come il cielo in patagonia

Veo que las llanuras de la patagonia pasan frecuentemente antes mis ojos sin embargo, todos dicen que son las mas pobres e inutilés.¿ Por que entonces estos aridos desiertos  se ha quedado tan impressos en mi mente?


C.Darwin

La macchina camminava incerta per uscire dalla cittá, le strade sono consumate dal passare incessante di camion e autobus, "coletivos" los llaman aqui. Prima rotonda, ne seguo il contorno e poi dritto, seconda rotonda a sinistra il cartello dice   Ruta 3 a 200 metri. Sono dentro in quella che non é solo una strada o meglio non una strada qualunque, é l'inizo della scoperta di questa terra tanto sognata, la Patagonia, dove le distanze non le misuri in kilometri ma in limiti tendenti all'infinito, dove la steppa si é presa tutto, dove il vento da nord, é il vento caldo, dove tutto é a testa in giú.
Queste strade infinite ti portano al cuore della steppa disegnado cammini che svelano baie nascoste o immensi orizzonti, perché i celi in patagonia, ho scoperto, son piú grandi. Quando  soffia il vento da sud c'e´un freddo che vien da gridare chiudi che entrano i pinguini e in effetti il rischio che te li trovi seduti sul divano c'é davvero, perché  i pinguini ci sono davvero proprio li dove sto andando: Punta tombo la piú grande colonia continentale di pinguini di magallanes. Devono il loro nome a colui che queste terre le ha svelate al mondo.
Questa regione della patagonia el Chubut nella sua parte costiera é ricca di mammiferi marini, oltre alle balene per la quale é famosa ci sono orche delfini  oscuri, e tursiopi (flipper per intenderci) in oltre si possono trovare tanto leoni  che elefanti  marini  e le otarie los lobos marinos li chiamano qui. Giorno 14 gennaio, immersione 6m e mezzo di profondita posso dire di aver ballato con i lupi che esperienza nuotare con le foche!
Di nuovo zaino in spalla lascio la costa all'orizzonte la montagna vado verso ovest.



benvenuti in patagonia

Ho scoperto che il mio inglese non é poi cosí male, Susan e Steve forse sono stati molto gentili. Abbiamo parlato tanto, delle nostre origini e di come  ci si senta peró poi cittadini  del mondo. Sono una vita loro che si muovono zaino in spalla per ostelli. Sono di San Francisco lei insegnante di matematica in anno sabatico lui proprietario di un ranch   e apparentemente nessun rimpianto a parte quello di vivere in un posto freddo "we looking for warm  places" hanno detto.
Adoro gli ostelli o almeno  questa loro essenza di essere giornalmente centro di incontro di culture e storie di vita diverse. Sono le 4 del mattino del 10 gennaio, zaino in spalla saluto Buenos Aires all avolta del sud. Arrivato in aereoporto la bella sorpresa é stata constatare ceh il mio volo delle 6 é stato cancellato per eccesso di cenere del vulcano Cileno Puyehue...come direbbeun argentino.....ah Chile traicionero! Decido di aspettare niente voli fino a data da destinarsi...panico? neppure per sogno, riesco a spostare il volo per una cittá vicina  al mio destino finale, morale della favola arrivo a destinazione 12 ore dopo l'arrivo previsto. In questa odissea conosco Mariana argentina di Buenos Aires, é diventata ufficialmente la mia prima compagna di viaggio. MAriano é avvocato lavora per difendere i diritti dei popoli indigeni argentini, é sempre la solita storia on fondo: la macchina capitalista che implacabile se ne frega della storia delle tradizioni e della gente. E´simpatica Mariana, si nasconde dietro al lavoro per non rivelare le sue insicurezze di donna. Abbiamo affittato una macchina per conoscere l'intorno della citta in cui mi trovo ora Puerto Madryn piena Patagonia.
Madryn é famosa per essere  la cittá nursery della balena franca australe (Eubalena australis). Le balene popolamo il golfo da maggio a dicembre per dare a alla luce i loro piccoli cucciolotti di niente meno che 17 tonnellate in acque basse e tranquille. Sono alternative le balene niente cesarei o epidurali...parto im acqua! Sortunatamente questi splendidi giganti hanno ormai lasciato il golfo per riprendere il loro cammino verso nord torneranno nel golfo solo fra un annodove lo spettacolo si riproporrá un altra volta come accade ormai da secoli. Qui a Madyn sono ospite di un amico di un'amica si chiama Damian, biologo marino come me studia i leoni marini dei quali mi ha spiegato tante cose di cui ero completamente all'oscuro. E´gentile Damian dao modi gentili, siamo entrati subito in sintonia, vive conla sua ragazza Silvana 7 anni piú grande di lui, nonla conosco ancora ma mi ha raccontato di come lei abbia lasciato il lavoro di una vita per stare con ui...chissa forse quella stagione di cui parlavo qualche post fa lui la stia giá vivendo...fra 9 mesi Madryn sará la nursery anche della loro discendenza sono in dolce attesa!!!!!! auguri e grazie dell'ospitalitá!
Il programma di questi giorni é focalizzato alla scoperta della incredibile fauna  della regione opinguini a Punta Tombo orche e leoni marini in Peninsula Valdes.....Benvenuti in Patagonia dice il cartello all'ingresso della cittá

martedì 10 gennaio 2012

tu vo fa l'americano...




El barrio la boca uno de los más tradicionales de Buenos Aires son los colores la primeras cosas que te llevas y el tango....por fin el tango! Aqui me llaman Tano los llaman así (chaman) a los italianos. Es fuerte la huella de los ancestros del  "bel paese" cuantos huyendo de la guerra para intentar la  suerte han gritado "mamma vado in america". Y entonces parece verlos entre el puerto y el olvido que se recortan un espacio en una America para construir. El caminito le llaman a la parte más pintoresca y turística del barrio, las casas son todas pintadas con colores alegres. Me explicaban que los colores de las casitas del caminito son los  que sobraban de las pinturas de los buques que a miles llegaban desde toda Europa, cargando mercancías, personas y sueños. Por la boca se respiran aun tango y piropos que deberían animar las calles de una Buenos Aires de principio del siglo pasado. Yah te los ves al Fabrizio o al Salvatore con sus gorros  y sus pitillos listo en comérsela esta bendita America.

lunedì 9 gennaio 2012

una tapita de tango....

Es un buscarse y huirse al mismo tiempo...ah el tango
Los pies dibujan en el suelo la silueta de la pasión...ah el tango
es un juego de encajes y de miradas,
sutiles las distancias...parece entregarse pero.....
el deberá hacer un paso mas para cogerle la rosa...ah el tango
un pensamiento triste que se puede bailar
es un demonio que tiene el rostro velado de mujer...ah el tango
el tango bastardo, el tango porteño



"Acaricia mi ensueño
el suave murmullo de tu suspirar,
¡como ríe la vida
si tus ojos negros me quieren mirar!
Y si es mío el amparo
de tu risa leve que es como un cantar,
ella aquieta mi herida,
¡todo, todo se olvida..!"

Me llaman Tano


Bellissima Domenica di sole . Faccio colazione  con dei cornetti ed un caffè, salgo sulla metro verde alla fermata Palermo in direzione Sant Elmo uno dei quartieri più vecchi della città. E' stato teatro della prima  colonizzazione europea e in particolare italiana, oggi è uno dei più suggestivi della città. Ogni domenica si tiene un mercatino di artigianato. Mi perdo tra le strade che da Plaza de Mayo portano fino al cuore del quartiere. Sono contornate da miriadi di bancarelle che vendono artigianato locale e anticaglie, ci sono anche mimi e musicisti, meno di quello che mi aspettassi  e le strade odorano di  cuoio e parrilla. In uno di questi vicoli conosco una coppia, mi raccontano di essere sposati da 40 anni, fanno i venditori ambulanti e vivono nel barrio Quilmes, il quartiere dove si fa la birra precisa lei. Lui mi esorta  a conoscere le meraviglie del suo paese...ora che posso. Lei argentina doc mi parla della passione e di come l'amore sia un altra cosa, e che i sentimenti cambiano, ma che se saputo aspettare l'amore, in fondo quasi una stagione della vita, riesca a farti brillare gli occhi perche come mi dice lei: "El amor es otra cosa te entiendes con la mirada....Viste"? Continuo a camminare e con tutto questo profumo di carne alla brace, parrilla (parriscia), mi è venuta fame mi siedo in un ristorante e ordino il mio primo asado argentino...Bienvenidos a Buenos Aires donde aqui me llaman Tano!

Aspettando il tango


Sabato 7 gennaio 2012 fa caldo a Buenos Aires,

sono arrivato da poche ore e il primo  incontro con la cittá è stato subito molto impattante: fila in dogana  e ostello pessimo cerco di evitare confronti e conclusioni affrettate ma le cimici nel letto proprio no! e la doccia gelida poi non è stata molto piacevole. Esco, mi siedo in uno dei tanti bar della parte vecchia del quartiere Palermo. osservo in modo distaccato la vita di chi vive il proprio sabato sera porteño.

Coincidenze


Un altro aereoporto un altro volo da aspettare....... Montevideo Uruguay sono le 20:00 ora locale. Persone sedute ai tavoli, altre nella piccola sala d'aspetto altri ancora che corrono per non perdere la coincidenza quando chissa se la perdessero ne troverebbero una più significativa....si mi riferisco ai giri che la vita da, perchè qui gli aerei non centrano niente...forse, come dicono qui " a las vueltas que da la vida". Sono curiose a volte, altre bizzarre....beffarde chissà...certo è che le cose non sembrano succedere per caso. Quanti sguardi incrociati che diventano compagni di viaggio, quanti amori che diventano passaggi che diventano risposte a un treno perso tanti anni fa. E allora uno si perde a ricostruirne le trame per scoprire che poi  un senso c'era pure a non esserti svegliato in orario, a non aver seguito la lezione del professore di turno, ad avere parcheggiato lontano ad aver trovato un documento di uno sconosciuto per strada, ad avere preferito Via Corsica a Via Casanova ad aver conosciuto Cristina e non Paola o tutt'e due. Scopri che molto spesso la ragione per cui ti trovi a prendere un aereo e cambiarti la vita, ha suonato alla tua porta il giorno in cui avevi deciso che il lavoro poteva aspettare.

giovedì 5 gennaio 2012

Tra le braccia di Yèyé omo ejá " Mãe cujos filhos são peixes"


Mi sono appena lasciato alle spalle giorni tranquilli, fatti di piccoli momenti che mi hanno fatto dimenticare le fatiche accumulate alla fine dell'anno appena concluso. La nave è letteralmente carica di provviste per affrontare il tratto che dal giro di boa mi porterà all'arrivo di questa tappa. Nel bagaglio porto con me soprattutto i sapori di questo natale in famiglia, sapori aspettati da mesi. 
Erano anni che non passavo il natale in Sardegna, l'anno passato così come quello precedente le promesse le ho date in mano a Yemanja è  così che viene chiamata nella tradizione la regina di tutti gli Orisha...é la regina del Mare "Yèyé omo ejá" ("Mãe cujos filhos são peixes"). Durante tutto il giorno e fino alla mezzanotte, in maniera più o meno intima, Le si rende omaggio, Le si regalano bellissimi fiori bianchi e si saltano le prime sette onde dopo la mezzanotte per poter assicurarsi protezione per l'anno alle porte.....e pure le persone sono vestite di bianco per raccogliere tutto il buono che l'anno nuovo ha da offrirgli. 
E' un simbolo di rinnovamento, chissá che ci si aspetta da quella che apparentemente é una notte qualunque. Eppure la sensazione è che quella notte tutto davvero possa cambiare in frazioni di secondo nel tempo di un pensiero distratto....è come se in qualche modo il timone del destino sposti la convergenza dell stelle..... e allora forse chissá si allineano in un modo nuovo e quell'ingranaggio scatta a tua insaputa......e quando questo succede.....qualcosa l'hai pure sentita.....forse....come un rumore lontano, ma gli dai il peso delle cose insignificanti.
Eppure qualcosa è successo davvero o poco importa ció che davvero importa alla fine e non fare cattivi pensieri....

martedì 3 gennaio 2012

nella rosa dei venti


da sud a nord da est ad ovest....sono in viaggio dal 23 dicembre, finalmente verso quella che per anni è stata la mia casa...casa.... ora non so neppure più quale sia quella vera, certo è che le radici sono proprio un altra cosa...e allora torno a respirare i profumi della mia terra un misto di salmastro ed erbe selvatiche e ginepro... selvatico anche lui....più  che altro sono arbusti oppure alberi piegati dal vento che batte forte sulle coste... intagliando insenature golfi e piccole cale che al scoprirle per la prima volta fanno perdere il fiato...restituito dal vento, dal vento che diventa brezza.  E allora dolcemente sono in porto. Ho ripreso il viaggio per salutare l'anno appena passato e aspettare l'alba di quello nuovo, ho abbracciato un'altra terra che sento mia e altre persone che porto dentro che sono poi la famiglia che ti scegli tu...e allora mi sono sentito ancora più piccolo di quello che sono.... davanti a quelle montagne imponenti...i Pirenei aragonesi completamente imbiancati...e pini a perdita d'occhio e orizzonti lontani e rifugi di viandanti che  sfidano le vette o forse che sfidano solo loro stessi per vedere fino a che punto un uomo si può spingere....e la neve rilassa i pensieri.....

Sono tornato  in porto sto preparando le provviste da mettere in stiva per il nuovo viaggio che mi riporterà...in viaggio o che mi riporterà a casa...un altra casa o forse solo un altro porto....domani giorno 4 gennaio 2012 ritornerò in quella che da poco è la mia casa fatta di contrasti....il Brasile intenso....ripartirò da li per scoprirmi un po di più sono in rotta verso sud ci sentiamo da laggiù.