Il paesaggio
rendeva giustizia alle nostre fatiche. Un mezzo circolo di montagne
(la più alta 3200 metri) che nella parte aperta, regalava la fotografia
dell'intera valle e dei Km che c`eravamo conquistati passo dopo passo, il lago
il ghiacciaio, il torrente, gli alberi, tutti racchiusi in un solo scatto, un
secondo in apnea, click, il cuore si apre e quel mometo te lo porti dentro per
sempre. Dovevamo ancora scoprire però qualcosa di ancora più prezioso, così
almeno si sussurrava tra i sentieri del parco.
Abbiamno riavvolto la bobina e siamo tornati al'accampamento da cui eravamo partiti, lo chiamano accampamento Torres. e di nuovo gli stessi sentieri a cui la luce però da una forma diversa e sembrano mai stati percorsi. Abbiamo cenato, ho bevuto un bicchiere di vino e poi a nanna, stavolta colcazzochemifregailfreddo!!!
Notte tranquilla,
svaglia presto, bivacco smontato e riavvolto nello zaino "Backpack"
taaaaac e via alla ricerca di quel segreto. E' ormai nella bocca di tutti i
backpackers. Sette ore di cammino, con viste da applauso. Fiumi in piena,
precipizi, piccole sorgenti, vallate e sentieri ripidi, l'ultimo, il più
faticoso, ci porta ad un accampamento senza doccia o rifugio, solo acqua del
fiume, piazzole appena marcate e una piccola capanna dove poter cucinare a
riparo dal vento. Si trova a 45 minuti di cammino dal punto in cui tutti dicono
di aver visto una specie di valle, in cui giganti di pietra prendono vita e la
foresta può essere gentile o insidiosa, in cui dicono di aver visto occhi illuminarsi
nella notte e in cui il suono del vento si fonde con le voci dei nativi che si
dice difendano le terre e con esse la vita stessa.
Il tempo cambia al'improvviso, il cielo si annuvola e l'aria si fa frizzante. Una zuppa calda una pasta al pomodoro è quello che ci vuole. Io cucino Ania lava. Già perchè Ania ha cucinato una sola volta nela vita e a detta sua faceva pure schifo, la qual cosa non mi viene difficile da credere. A riprova del su non saper cucinare Ania a casa sua non se l'è proprio fatta costruire la cucina, quel che si dice "hay gente pa todos".
Il tempo cambia al'improvviso, il cielo si annuvola e l'aria si fa frizzante. Una zuppa calda una pasta al pomodoro è quello che ci vuole. Io cucino Ania lava. Già perchè Ania ha cucinato una sola volta nela vita e a detta sua faceva pure schifo, la qual cosa non mi viene difficile da credere. A riprova del su non saper cucinare Ania a casa sua non se l'è proprio fatta costruire la cucina, quel che si dice "hay gente pa todos".
Le nostre lezioni
di lingua continuano e Ania fa progressi, ha imparato a mandare a quel paese in 4
modi diversi e anche la frase: "das mas vuelta que un manco en una
canoa", riferendosi alle persone che fanno molti giri per arrivare
in un posto o dire le cose, proprio come un monco di braccio in una canoa. La
sua pronuncia vikinga trasforma il tutto in qualcosa di esilarante, e lei che
ha imparato anche quando madare a quel paese mi dice: " Vete a tomar por
culo Simon!
La notte è stata
più gentile del finir dela sera, ma corta.....perchè per svelare i
segreti bisogna fare in punta di piedi....scccccccc.....così, sveglia prima dell'
alba alla ricerca della valle nascosta ai piedi del monte più alto. Con noi
altre luci nella notte. Ci addentriamo nel ripido sentiero dove la
foresta sembra viva davvero, si sentono passi sussurri e luci che
disegnano nel buio i movimenti di atri, che come noi sono alla ricerca
di questo segreto.
Sembra che ogni
notte ci sia una lotta tra gli spiriti della foresta, perchè quando le prime
luci dell'alba svelano i contorni delle cose, la foresta sembra riprendere
fiato. Pochi metri, dicono che questo sia il posto, ma qul che si vede sono
rocce e i tre picchi inanimati che danno il nome al parco "las torres del
Paine", un ultimo sforzo, quasi in cima, quello di cui avevano parlato
sembrava essere soltanto una leggenda e il nostro fosse stato una vana ricerca
ma.......all'improvviso d'incanto come per magia qualcosa prende vita, il
miracolo si ripete ancora, quelle masse di granito, immense, i guardiani del Paine, si colorano di un arancio intenso svelando una sorgente di acqua
pura e gelata.
Il segreto era
svelato, l'alba ci sorprese come un incontro inaspettato, restituendoci fiducia,
dandoci la senzazione che, qualsiasi cosa succedesse, ci fosse
qualcosa a proteggere i nostri destini. Quei giganti che si riflettono nello
specchio d'acqua, la battaglia vinta dal bosco ancora una volta e i giganti a
proteggere la vita. Abbiamo bevuto acqua dalla sorgente, rinquorati con gli
occhi a brillare davanti a tata meraviglia abbiamo ripreso il cammino verso
valle e verso sud, seguendo il sole ala fine del mondo.